Risarcimento malasanità

Possiamo darti il supporto che cerchi perché il giusto risarcimento del danno da malasanità un è tuo diritto.

Con il termine “Malasanità” o “risarcimento malasanità” si indica una vasta casistica di pratiche mediche eseguite non correttamente che hanno causato lesioni al paziente o addirittura, nei casi più gravi, il suo decesso.

Ad esempio, un intervento chirurgico sbagliato, un’errata diagnosi, un’infezione contratta in ospedale, una lesione derivante da un trattamento sanitario non preceduto dal consenso informato. In tutti questi casi la legge riconosce ai danneggiati il diritto ad essere integralmente risarciti per tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, causati da una condotta medica errata o negligente.

Se ritieni che tu o un tuo familiare siete stati le vittime di uno di questi casi non esitare a contattarci al numero verde 800 034 223 per raccontarci cos’è successo.

Un team composto da avvocati e medici legali è a tua disposizione per analizzare, senza costi per te, la documentazione medica del caso (ad esempio cartelle cliniche, referti di visite specialistiche o di esami diagnostici) per valutare esattamente la richiesta di risarcimento da proporre e farti ottenere i rimborsi che ti spettano.

Ti basterà farci avere la documentazione medica in tuo possesso per ottenere una consulenza sul tuo caso e per procedere senza altre complicazioni nella richiesta del giusto risarcimento ai medici e alla struttura sanitaria responsabili e alla denuncia della negligenza medica.

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In questa pagina puoi trovare le risposte alle domande sul risarcimento per malasanità che ci hanno posto le persone che ci hanno affidato i loro casi per la tutela dei loro diritti. Speriamo che possano esserti utili.

Risarcimento malasanità: a chi rivolgersi

Se tu o un tuo caro ritenete di essere stati vittime di un caso di malasanità potete chiedere il risarcimento dei danni all’Ospedale o al medico che ha eseguito la prestazione.

Per poter agire contro tali soggetti è necessario per prima cosa raccogliere tutta la documentazione medica relativa al caso che provi la negligenza medica. Ad esempio, la cartella clinica se siete stati ricoverati in ospedale per sottoporvi ad un intervento chirurgico, il referto di visite specialistiche e quello di esami quali RMN, TAC e ecografie.

Perché è importante la cartella clinica e qual è il suo contenuto

Il nostro studio legale si occupa da trent’anni di casi di malasanità, che vengono seguiti con serietà e competenza.

Se ne siete in possesso sono utili anche i referti delle visite relative al periodo precedente all’atto medico pregiudizievole. Il raffronto fra tali documenti e quelli successivi all’atto medico, ritenuto erroneo o negligente, consentirà di comprendere se e in quale misura la condotta del sanitario è stata dannosa per la salute del paziente.

È molto importante far analizzare la documentazione raccolta da un medico legale. Il medico valutato il contenuto dei documenti sarà in grado di fornire un parere sulla sostenibilità del caso e quindi sull’effettiva responsabilità dell’Ospedale o del medico.

In caso di parere positivo si potrà procedere con la richiesta dei rimborsi di tutti i danni subiti, patrimoniali (come ad esempio le spese mediche e spese per perizia medico-legale) e non patrimoniali (ovvero il danno biologico temporaneo e permanente e una somma a titolo di danno morale) al medico o alla struttura ospedaliera.

Per chiedere il risarcimento per malasanità è importante rivolgersi ad un legale esperto della materia.

Il nostro studio legale si occupa da oltre vent’anni di casi di malasanità, che vengono seguiti con serietà e competenza.

Il metodo seguito nell’affrontare i casi è semplice, efficace e applicabile ovunque si trovi il danneggiato, grazie ai moderni sistemi di comunicazione.

In sintesi, la vittima di un caso di malasanità o i suoi parenti sottopongono allo Studio tutta la documentazione medica in loro possesso insieme ad una cronaca degli avvenimenti per ottenere una valutazione gratuita del materiale da parte di un medico specialista della materia e di un medico legale.

Se pensi di essere vittima di un caso di malasanità non esitare a contattarci al numero verde 800 034 223 mettiamo a tua disposizione la nostra esperienza ultraventennale nella materia.

Come valutare e quantificare il risarcimento danni

Qualsiasi errore medico che causa al paziente un danno ingiusto a causa dell’imperizia o della negligenza dei sanitari attribuisce al danneggiato il diritto di chiedere e quindi di ottenere un risarcimento per malasanità.

Il diritto al risarcimento del danno da “Malasanità” sorge quando in seguito ad un intervento/trattamento medico (ad esempio un ricovero ospedaliero o un intervento chirurgico) imperito o negligente la persona sottoposta a quella prestazione sanitaria subisce un aggravamento della propria condizione oppure l’insorgenza di una nuova/diversa patologia.

È ad esempio il caso della prescrizione di un’errata terapia antibiotica o della mancata profilassi, o a quello dell’incisione di un’arteria durante un intervento chirurgico e anche quello di una errata/ritardata diagnosi di una grave malattia come un tumore o di un infarto.

Nei casi più gravi la responsabilità medica può condurre al decesso del paziente. Si pensi al caso della morte di un paziente a seguito di un’infezione contratta all’interno della struttura ospedaliera o quello della mamma deceduta in seguito al parto. In questi casi il diritto al risarcimento del danno si trasmette agli eredi della vittima.

Per quantificare il danno subito dal paziente è fondamentale incaricare un medico legale, per sottoporre a visita il paziente e fargli analizzare tutta la documentazione medica del caso al fine di demandargli la valutazione dei seguenti aspetti:

  • inabilità temporanea assoluta ed inabilità temporanea parziale (ovvero il periodo di tempo che è stato necessario al paziente per potersi ritenere clinicamente guarito) che viene computata in percentuale facendo riferimento al numero di giorni di invalidità assoluta;
  • i postumi permanenti, che residuano nonostante le cure;
  • il grado di sofferenza (che poi verrà tradotto nella c.d. personalizzazione);
  • l’eventuale incidenza delle lesioni subite a causa dell’errore medico sotto il profilo della riduzione della capacità di lavoro specifica e generica;
  • le ripercussioni delle menomazioni sulle attività della vita quotidiana (quali il mangiare, il vestirsi, il camminare, gli hobby o le attività sportive praticate dal danneggiato);
  • la congruità delle spese mediche sostenute (ad esempio le spese per cure fisioterapiche, per l’acquisto di dispositivi medici e di medicinali);
  • la perdita di chance di sopravvivenza (nei casi di ritardata o errata diagnosi). Approfondimento: Responsabilità medica – Errato intervento chirurgico – Chance di vita.

Sulla base della valutazione medico legale è possibile quantificare i danni subiti e procedere alla richiesta di risarcimento ai responsabili.

Tabelle per il risarcimento danni malasanità

Nei casi di malasanità per procedere alla liquidazione del danno biologico vengono utilizzate le Tabelle elaborate dal Tribunale di Milano, che forniscono dei parametri oggettivi e chiari per la quantificazione del danno non patrimoniale per una liquidazione complessiva e integrale.

Il sistema delle tabelle è stato predisposto allo scopo di assicurare un metodo risarcitorio uniforme, in base al quale il risarcimento viene di volta in volta determinato secondo il c.d. punto variabile nei termini seguenti: viene stabilito un valore monetario che aumenta in base alla misura del pregiudizio subito dal paziente danneggiato e diminuisce in funzione dell’età di quest’ultimo al momento del fatto, ovvero dal giorno in cui ha subito il danno (ad esempio il giorno in cui si è sottoposto all’intervento chirurgico errato).

Il risarcimento si quantifica moltiplicando il grado di invalidità permanente per il valore monetario del singolo punto, diminuendo, mediante l’utilizzo di un fattore di demoltiplicazione, il risultato ottenuto in funzione dell’età del danneggiato.

Per poter applicare al singolo caso le tabelle di Milano è essenziale disporre di una perizia medico-legale nella quale vengono indicati i parametri da inserire come base di calcolo.

Contattaci per un’analisi e una consulenza senza impegno del tuo caso.  Chiamaci al numero verde 800 034 223. Non aspettare: la tutela dei tuoi diritti è la nostra priorità.

Denuncia malasanità: le fasi dell’iter legale

Per ottenere un risarcimento del danno da errore medico è necessario procedere con l’assistenza di un legale specializzato nella materia, come lo Studio Legale Pascotto che collabora da anni con medici legali e con medici specializzati nei diversi settori della medicina.

Il legale procede ad inviare, per conto del danneggiato, alla struttura sanitaria o al medico una richiesta di risarcimento di tutti i danni subiti, patrimoniali e non patrimoniali, calcolati in base alla perizia medico-legale.

Se la diffida di pagamento non viene riscontrata dalla struttura sanitaria il legale deve procedere al deposito, presso il Tribunale competente, che di solito coincide con quello in cui ha sede l’Ospedale, di un ricorso per accertamento tecnico preventivo ai fini della composizione della lite, ex art. 696-bis c.p.c., come disposto dall’art. 8 della legge Gelli-Bianco.

Questo ricorso ha la finalità di trovare un accordo con la controparte attraverso l’aiuto di un consulente tecnico d’ufficio (c.d. C.T.U.), esperto in medicina legale spesso affiancato da un medico specialista nella specifica materia (es. ginecologia, chirurgia generale, anestesiologia, gastroenterologia), nominato dal Giudice che gli affida l’incarico di

a) accertare se in base alla documentazione medica prodotta dal danneggiato-ricorrente sia o meno ravvisabile un caso di malasanità

b) e in caso affermativo di valutare i danni subiti e la congruità delle spese mediche sostenute.

Questa procedura di solito si conclude in 8/10 mesi dalla data del deposito del ricorso e consente di disporre di una perizia di un medico legale nominato dal Giudice che viene elaborata dopo un confronto sul caso fra i medici legali nominati rispettivamente dal paziente e dalla struttura sanitaria.

In alternativa all’accertamento tecnico preventivo è possibile optare per l’instaurazione di un procedimento di mediazione, ai sensi dell’articolo 5, comma 1-bis, del d. lgs. 4 marzo 2010, n. 28.

La mediazione ha le stesse finalità dell’accertamento tecnico preventivo, ma in questo caso invece che al Tribunale il legale deposita una domanda presso un Organismo di mediazione accreditato dal Ministero della Giustizia.

Se le parti non riescono a trovare un accordo sul risarcimento a seguito del deposito della perizia nella procedura ex art. 696-bis c.p.c. ovvero della procedura di mediazione, il danneggiato, sempre con l’aiuto del proprio legale, potrà fare causa alla struttura ospedaliera. Inoltre, se ha optato per il ricorso per accertamento tecnico preventivo potrà chiedere che in nel giudizio sia acquisita la perizia depositata dal consulente nominato dal Giudice. La perizia potrà infatti essere utilizzata dal Giudice nella redazione della sentenza per quantificare i danni subiti dal danneggiato e condannare la struttura responsabile al pagamento.

È sempre utile produrre in giudizio la perizia redatta dal medico legale nella quale vengono illustrati i profili di responsabilità e quantificati i danni occorsi al paziente e ovviamente tutta la documentazione medica del caso, ivi incluse le ricevute delle spese mediche sostenute dal danneggiato.

Quali sono i tempi per ottenere il risarcimento

Le tempistiche per essere risarciti variano a seconda dei casi e soprattutto della disponibilità o meno della controparte a raggiungere un accordo prima di arrivare in Tribunale.

Infatti, se dopo l’invio della diffida l’Ospedale, all’esito di un’indagine interna, decide di trattare con il legale del danneggiato e quindi di offrire un congruo risarcimento il paziente potrebbe essere risarcito in 6/8 mesi dall’invio della richiesta dei danni.

Se invece la diffida non viene riscontrata ed è necessario instaurare un procedimento di accertamento tecnico preventivo e la struttura sanitaria offre di pagare dopo il deposito della perizia il risarcimento potrebbe arrivare in 8/10 mesi dal deposito del ricorso ex art. 696-bis c.p.c. in Tribunale. Anche nel caso del procedimento di mediazione i tempi per ottenere un risarcimento sono di circa 8/10 mesi al massimo.

Infine, nel caso in cui sia necessario agire in giudizio contro i responsabili i tempi si allungano e potrebbero volerci anche 5 anni dall’instaurazione del giudizio per ottenere una sentenza favorevole di condanna al risarcimento dei danni per malasanità.

Risarcimento danni malasanita: prescrizione

Il diritto al risarcimento dei danni nei casi di malasanità si prescrive in 10 anni dal fatto dannoso ovvero dall’evento che ha causato la lesione o il decesso del paziente, se il soggetto contro il quale agire è l’Ospedale o la Casa di Cura privata che ha avuto in cura il paziente, configurandosi in questo caso una responsabilità contrattuale.

Se invece il paziente, o in caso di decesso dello stesso i suoi eredi, intende agire direttamente contro il medico, che ha operato nella struttura sanitaria, il termine di prescrizione è più breve: 5 anni perché in questo caso la responsabilità è di tipo extra-contrattuale.

In ogni caso, per una maggior efficacia della strategia da intraprendere consigliamo di raccogliere la documentazione molto prima dello scadere del termine di 10 anni.

Il consiglio è quello di agire il prima possibile e di affidarsi ad un avvocato esperto nella materia.

Alcuni casi di malasanità che abbiamo seguito con successo

Qui sotto trovi un breve elenco di alcuni casi di malasanità che abbiamo seguito con successo, all’esito dei quali abbiamo fatto ottenere il giusto risarcimento ai danneggiati e ai loro familiari:

  • lesione midollare causata dall’errata somministrazione dell’anestesia nell’ambito di un intervento di artoprotesi all’anca;
  • ritardo diagnostico di un adenocarcinoma del colon (responsabilità del medico di base);
  • ritardo diagnostico di tumore alle ovaie (responsabilità del ginecologo);
  • perforazione iatrogena del sigma rettale, nel corso dell’esecuzione di una colonscopia da parte del gastroenterologo;
  • errata esecuzione di un intervento di costectomia eseguito dal reparto di chirurgia toracica;
  • ritardo diagnostico da parte del personale del Pronto Soccorso di una appendicite acuta;
  • errata e imperita esecuzione di intervento di parto cesareo;
  • errata esecuzione di un intervento di corporoplastica con applicazione di patch eterologo cui è seguito un colpevole ritardo nella revisione chirurgica che ha definitivamente compromesso le condizioni di salute del paziente;
  • errata somministrazione di terapia antibiotica in seguito ad un’infezione contratta in ospedale dopo un intervento chirurgico;
  • ritardata diagnosi di un infarto che ha causato il decesso del paziente.

Contattaci per un’analisi e una consulenza senza impegno del tuo caso.  Chiamaci al numero verde 800 034 223. Non aspettare: la tutela dei tuoi diritti è la nostra priorità.

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