Risarcimento danni Tirreno Power

Che l’inquinamento atmosferico provochi danni irreparabili alla salute è un dato di fatto, ma purtroppo i provvedimenti per cercare di arginare il problema vengono adottati sempre dopo che migliaia di persone ne hanno fatto le spese, rimettendoci la vita.

Il “risarcimento danni” rimane quindi l’unico modo per ottenere giustizia.

È quanto accaduto per la centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure, sulla cui attività la Procura di Savona ha aperto ben due filoni di inchiesta, una per disastro ambientale e una per omicidio colposo.
Sono circa dieci i nomi iscritti nel registro degli indagati, tra i quali non solo dirigenti e tecnici della centrale, responsabili della produzione di energia elettrica mediante la combustione del carbone, ma anche tecnici ed amministratori pubblici, che non avrebbero vigilato sulle conseguenze sull’ambiente e soprattutto sulla salute delle persone che abitano nei pressi dell’impianto.
Per fare chiarezza sul punto, la Procura ha incaricato dei super-periti di accertare il nesso di causalità tra l’inquinamento dell’aria determinato dalla centrale – che brucia 4.000 tonnellate di carbone al giorno, sprigionando un fumo in grado di estendersi ad una distanza di 40 km – e l’elevato numero di morti per tumore nella zona di Savona e Vado (negli ultimi cinque anni si sono ammalati 500 bambini e 1.500 adulti in più rispetto alla media nazionale).
La perizia ha confermato quanto già si sospettava: le polveri rinvenute a Vado e nei paesi limitrofi provengono dalla centrale e sono la causa dell’aumento – nella zona – dei tumori e delle gravi patologie respiratorie e cardiocircolatorie. Dagli accertamenti svolti, inoltre, è emerso anche il mancato rispetto di alcuni dei limiti imposti dall’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
A fronte dei preoccupanti esiti della perizia in parola, la Procura ha chiesto il sequestro della centrale, richiesta accolta nei giorni scorsi dal GIP del Tribunale di Savona, che ha ordinato lo spegnimento temporaneo dei due gruppi a carbone, lasciando invece in funzione quello a gas, non soggetto ad AIA.
Durante la combustione, infatti, il carbone produce numerose sostanze altamente inquinanti, quali biossido di carbonio, monossido di carbonio, ossidi di azoto e di zolfo, ceneri volatili e radiazioni.
Sono tutte sostanze cancerogene, responsabili di leucemie, linfomi e tumori del polmone, senza contare le malattie respiratorie e cardiocircolatorie, nonché i rischi per le donne in gravidanza, a causa della maggior sensibilità del genoma dell’embrione e del feto agli effetti mutageni e potenzialmente cancerogeni delle radiazioni ionizzanti.

Ora che è stato accertato il nesso causale tra le emissioni prodotte dalla Tirreno Power e l’aumento esponenziale dei decessi per tumori e delle patologie tipiche da inquinamento (respiratorie e cardiocircolatorie), al di là della responsabilità penale che verrà accertata a tempo debito, si configura senza dubbio una responsabilità civile, nella specie extracontrattuale, dell’azienda con conseguente diritto al risarcimento del danno in capo a tutti coloro che hanno pagato con la propria salute le conseguenze di un’attività altamente inquinante e non adeguatamente controllata e ai quali Soluzione Risarcimento può consentire di ottenere ciò che loro spetta.