Errori medici: danno per chi?

Gli errori dei medici sui mass media, giornali, televisioni sono ormai all’ordine del giorno. I casi di malasanità si ipetono continuamente nelle cronache.
A causa di questi errori medici si subiscono danni fisici, temporanei o permanenti, o addirittura si puo’ morire: in sala operatoria come in corsia o perfino in sala parto.
In un anno, secondo i dati di una ricerca Eurisko del 2007, gli errori che si verificano in ospedale coinvolgono 32 mila persone. A questi dati si aggiungono quelli dell’Ania (l’Associazione Italiana imprese assicuratrici) secondo la quale sarebbero 30 mila ogni anno le denunce e le richieste di risarcimento e 15 mila le cause che finirebbero ogni anno in tribunale.
Le inchieste che vengono aperte dall’autorità giudiziaria spesso si protraggono a lungo, prima di arrivare all’accertamento della verità.

L’errore medico è un fenomeno notevole nel nostro sistema sanitario con conseguenze che vanno su due strade:

  1. danni al paziente e ai suoi familiari e parenti quando il danno è appurato;
  2. danni ai medici, quando il giudice accerta che il fatto non è stato causato dalla responsabilità dei sanitari. C’è da dire che otto medici su dieci con almeno 20 anni di anzianità professionale, sono stati sottoposti a un’inchiesta, per un presunto errore, almeno una volta. Ma in due casi su tre tutto si risolve con una completa assoluzione. E quasi sempre purtroppo al termine di un iter di lunghissima durata.

Questa situazione comporta un notevole danno (professionale e biologico) per il medico, ma anche un pericolo serio per il cittadino-paziente: l’affermarsi della “medicina difensiva”, quella cioe’che punta a salvaguardare anzitutto l’incolumità giudiziaria del medico.
Se questo avvenisse, progressivamente si ridurrebbe il numero di medici disposti a rischiare una denuncia per non aver prescritto un esame molto probabilmente inutile. A quel punto, il ricorso agli esami diventerebbe sempre più corposo, con un conseguente spreco per il Sistema Sanitario Nazionale. Non solo: come altro e seguente effetto, il paziente avrebbe sempre più difficoltà a trovare un medico disposto ad assisterlo.

Non sempre si renderà necessario sostituire la protesi, ben potendosi, in alcuni casi, limitare l’intervento medico al semplice monitoraggio del paziente, verificando con esami seriati, e per un intervallo di tempo variabile, la comparsa o meno delle suddette complicanze.

Se hai subito un intervento di protesizzazione d’anca con sofferenze e danni conseguenti, se hai bisogno di un consulto o di un parere legale o medico non esitare a contattarci.