Aumentano i casi di silicosi nel settore della lavorazione dei marmi artificiali

Nel corso degli ultimi due anni si sono registrati molti casi di silicosi fra i lavoratori che si occupano della lavorazione dei marmi artificiali molto diffusi e utilizzati per la realizzazione di piani da cucina, di ripiani di bagni e come rivestimento.

La silicosi è una patologia polmonare molto grave, che può insorgere anche dopo molti anni dall’esposizione, le cui conseguenze consistono in un danno ai polmoni che può comportare difficoltà respiratorie, dolore al torace, cianosi e tosse cronica. Chi soffre di silicosi ha inoltre una probabilità di 3 volte superiore rispetto a un soggetto sano di sviluppare una tubercolosi polmonare, un’infezione da micobatteri non tubercolari o un cancro ai polmoni.

In passato i settori in cui si registravano con maggior frequenza i casi di silicosi erano il lavoro in miniera, il taglio di pietre, la produzione di abrasivi, il lavoro in fonderia, la produzione e la lavorazione del vetro e della ceramica. Ma ora, come detto, anche il settore della lavorazione dei marmi artificiali ne risulta coinvolto.
La silicosi insorge a seguito dell’esposizione professionale prolungata alle polveri di silice cristallina, che si trova nel quarzo, nella tridimite e nella cristobalite, vale a dire nei marmi artificiali, frutto di sintesi chimiche che sostituiscono le pietre naturali e che per la loro convenienza e le loro proprietà tecniche sono ora molto diffusi.
Gli studi scientifici condotti su questi materiali hanno dimostrato che rispetto ai marmi naturali quelli artificiali contengono una concentrazione di silice più elevata che ha delle caratteristiche morfologiche e chimiche più tossiche.
La lavorazione di queste sostanze risulta pertanto estremamente pericolosa per i lavoratori se non sono adeguatamente protetti e informati dal loro datore di lavoro.
Le particelle di questa sostanza possono prodursi durante le attività di taglio, scheggiatura perforazione o levigatura dei materiali che la contengono e la loro dispersione nell’aria costituisce un concreto rischio per la salute se i lavoratori non sono adeguatamente protetti e se il datore di lavoro non ha adottato adeguate misure per la riduzione della dispersione delle polveri.
Le aziende che trattano questo tipo di sostanze devono adottare una serie di misure per controllare le polveri di silice. È molto importante che i marmi artificiali siano lavorati con macchinari ad acqua e con sistemi di estrazione e filtraggio locale. Le operazioni di taglio, sagomatura, lucidatura e finitura dovrebbero essere eseguite utilizzando dispositivi con iniezione ad acqua. L’utilizzo dell’acqua è opportuno in quanto la polvere una volta bagnata difficilmente riesce a sollevarsi e quindi a disperdersi nell’ambiente per essere inalata dai lavoratori. Ai lavoratori devono essere forniti adeguati dispositivi di protezione individuale, conformi alla normativa CE di design e fabbricazione in materia di sicurezza e salute, come ad esempio mascherine.
Il datore di lavoro dovrebbe inoltre prevedere un programma di pulizia completo e giornaliero degli ambienti di lavoro e dei macchinari, utilizzando un metodo di pulitura ad acqua o delle aspiratrici industriali dotate di filtro HEPA, ovvero di un sistema di filtrazione ad alta efficienza per liquidi o gas.
Se il datore di lavoro non adottata nell’ambiente di lavoro le cautele necessarie a prevenire i danni connessi alla lavorazione di materiali contenenti silice è molto probabile che i suoi dipendenti contraggano la silicosi.

Il lavoratore a cui viene diagnosticata la silicosi ha diritto:

a) al riconoscimento dell’origine professionale della malattia da parte dell’INAIL e quindi al conseguimento di un’indennità da parte di tale Istituito

b) di chiedere al datore di lavoro, che non si è attenuto alle prescrizioni volte a contenere i rischi connessi alla lavorazione di sostanze contenti silice cristallina, il risarcimento dei danni connessi all’insorgenza della patologia.

Se anche tu o un tuo familiare vi trovate in una situazione come questa, potete contattarci per una consulenza senza impegno sul vostro caso.